l successo di Facebook e degli altri social network presenti su Internet è innegabile. Una crescita esponenziale che di anno in anno aumenta vertiginosamente il numero degli iscritti alle reti sociali e trasforma radicalmente la figura “classica” del navigatore Web delle origini. Secondo una ricerca effettuata in questi mesi e riportata dall’agenzia di stampa nostrana Ansa, sono oltre un miliardo le persone dai 15 anni in su che entrano su Internet per collegarsi ad un proprio profilo presente in un social network.
Il paese che più di tutti si è appassionato alle reti sociali rapportando il numero di utenti alle ore medie giornaliere passate nei siti in questione è la Russia, con quasi 20 milioni di utenti e 7 ore di navigazione.
Il secondo posto, invece, è detenuto dal Brasile con una media di oltre 6 ore, mentre la terza posizione è in mano al Canada con poco più di 5 ore e mezzo.
Il nostro paese è soltanto al ventesimo posto della classifica, ma il trend è in decisa ascesa. Ad aumentare il numero delle ore passate nei social network e degli utenti iscritti, oltre ad una maggiore capillarità delle reti ADSL tradizionali in tutto il mondo, è una disponibilità sempre maggiore di tecnologia mobile che consente di raggiungere sempre più persone, anche in luoghi difficilmente collegabili alla rete standard.
L’UMTS prima, ma soprattutto l’HSDPA oggi, consentono velocità e stabilità pari a quelle del normale ADSL. Inoltre sono le stesse reti sociali ad aprire verso il mercato mobile: grazie al lavoro esperto di sviluppatori e case produttrici di softwares, sono nate delle applicazioni ad hoc per la gestione e l’utilizzo del proprio account sociale in mobilità.
Interfacce semplici e ottimizzate per i piccoli schermi, menu intuitivi e facilità di ricerca hanno reso tali programmi molto popolari tra i navigatori mobili, i quali si affidano sempre di più ad essi per avere un accesso diretto e preferenziale ai propri siti Web preferiti.
Insomma, tutto ruota intorno al Web 2.0, nonostante sia ormai quasi riduttivo chiamarlo cosi, vista la velocità con cui Internet cambia e modifica a sua volta la società che si affida ad essa.
Certo è che la crescita dei social network comporta necessariamente un ripensamento delle leggi legate alla privacy e ai dati sensibili, mai come ora cosi visibili e pubblici.