Il Tarsier è un primate appartenente al genere Tarsius. Esso non può vivere assolutamente in cattività. Questo stato causa infatti nell’animale un tale stress da fargli scegliere il suicidio. Cerca infatti di battere la testa su qualsiasi cosa possa trovarsi di duro intorno a lui, come per esempio, le sbarre della gabbia. In questo modo procura a se stesso volontariamente la morte. Vediamone le caratteristiche.
Ha orecchie e occhi enormi. Questi ultimi gli permettono di andare a caccia durante la notte, ma non funzionano bene in luce diurna. Il suo collo può imprimere alla testa una rotazione fino a 180 gradi. Ai piedi, le ossa del tarso sono molto allungate e di qui l’origine del suo nome.
Si possono notare su essi anche due artigli e un dito molto lungo. La coda è completamente priva di pelo, tranne alla fine che reca un poco di ciuffetto. La conformazione delle dita dei piedi e la coda permettono al Tarsier di aggrapparsi ai rami degli alberi e di saltare di ramo in ramo, in alcuni casi persino fino a tre metri.
In questo modo è in grado di percorrere lunghe distanze senza toccare mai il suolo. Dorme e partorisce sempre aggrappato a un tronco di albero. Il suo corpo normalmente è di colore grigio e ha all’incirca le dimensioni di un topo. Principalmente è un insettivoro. Cattura insetti, pipistrelli e rettili, saltando addosso.
L’essere un grande saltatore lo agevola nel catturare anche uccelli in movimento. I suoi peggiori nemici sono i serpenti e le aquile, cui deve prestare la massima attenzione per non cadere facile preda. L’habitat è la foresta pluviale delle Filippine. Predilige dormire nei grovigli densi di alberelli e felci, nonché all’interno dei cespugli che si trovano alla base degli alberi di bambù.