Niente stipendi d’oro per i laureati italiani. Lo rivela l’ultimo rapporto di Almalaurea, aumenta il precariato e gli stipendi bassi anche per chi ha un titolo accademico. E non è indifferente, sembra, l’estrazione sociale: i figli di operai guadagnano 200 euro in meno dei colleghi laureati figli di borghesi. Il rapporto è stato presentato a Roma presso la sede del Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.
Almalaurea è un Consorzio Universitario che fa da ponte fra il mondo accademico e quello del lavoro. I dati che ha pubblicato, che coinvolgono 400mila ragazzi, non sono confortanti. Ad aumentare è soprattutto la disoccupazione. Tra chi ha la laurea breve c’è un tasso di disoccupazione del 16.2% ad un anno dal conseguimento del titolo. Per chi ha la laurea magistrale la disoccupazione è fissata al 17.7%. Nel 2008, per dare un metro di paragone, era del 10.8%.
Aumentano anche i contratti atipici e precari che interessano 4 laureati “brevi” ogni 10. Diminuiscono le retribuzioni e i contratti stabili (dal 50% del 2008 al 46.2% del 2010) e questo genera incertezza anche sul futuro pensionistico. Secondo le ultime novità sulle pensioni, aumenta l’età per uscire dal lavoro ma si dimezzano gli importi. La pensione sarà circa il 50 – 60% della retribuzione (finora era dell’80%) e per i giovani con lavori precarie carriere non gratificanti economicamente, la percentuale potrebbe scendere ancora.
Con questi dati non stupisce il fatto che i giovani tendano ad emigrareall’estero. Oltralpe, per i laureati italiani, potrebbero esserci più possibilità. Soprattutto nel settore della ricerca, della biologia e di quelle professioni scientifiche che nel nostro paese sono alla base della classifica di occupazione.