Oggi parliamo della coltivazione di Tamarix Gallica.
A questo genere Tamarix appartengono all’incirca sessanta specie di alberi o arbusti, sempreverdi oppure a foglie caduche, che possono raggiungere i sei metri di altezza, spesso originari dell’area mediterranea e del continente asiatico. La corteccia è grigiastra e il tronco può essere sia eretto che inclinato su un lato, le ramificazioni sono dense e formano una chioma spessa e tondeggiante.
I rami che si vedono penzolare sono i più giovani, spesso arcuati, mentre le foglie sono simili a piccole squame, quindi ridotte nelle dimensioni, sono di colore verde chiaro che tende all’azzurrato.
I rami si riempiono di piccole spighe con fiori minuscoli di colore rosato all’inizio della primavera, quando avviene la fioritura che è sempre molto abbondante: piccoli frutti a capsula contenenti i semi seguono i fiori.
Le tamerici sono da sempre utilizzate per consolidare le dighe foranee, per il fatto che sopportano bene i venti forti e gelidi invernali e sopportano anche l’acqua salmastra; infatti sono stati sempre coltivati sulle rive del mediterraneo.
Si tratta di alberi che prediligono le zone soleggiate: necessitano di diverse ore di luce solare diretta ogni giorno, per potersi sviluppare al meglio. Come dicevamo non temono il freddo intenso, ma le gelate notturne più intense possono rovinare gli apici dei rami. Le tamerici non necessitano di essere irrigate con regolarità: possono anzi sopportare brevi periodi di siccità: tollerano addirittura l’acqua salmastra nei pressi delle proprie radici. I giovani esemplari di questa pianta vengono innaffiati in caso di prolungata siccità, mentre le piante già a dimora da qualche anno ricevono acqua a sufficienza dalle precipitazioni atmosferiche.
Prediligono, al pari di altre specie simili, terreni ben drenati e sciolti, possibilmente ricchi in calcare, aggiungete sabbia al terreno dove desiderate porre a dimora la vostra pianta. In primavera potete ottenere semi non appena i frutti si schiudono, mentre in autunno è possibile prelevare talee legnose.